8 settembre 1943

8 settembre 1943

di Maurizio Tiriticco

Il bollettino della… sconfitta!!! Ma andiamo con ordine! Dopo quel 25 luglio del 1943 non solo eravamo tutti felici per la caduta del fascismo, ma lo eravamo ancora di più, perché la fine della guerra, della fame, delle bombe stava finalmente per arrivare! Per cui eravamo tutti in trepida attesa! Qualcosa doveva succedere! Lo si sentiva nell’aria! Altrimenti che senso avrebbe avuto far fuori Mussolini, il Duce? Fatto scomparire dalla circolazione come si cattura e si mette in galera un volgare ladro di polli! E l’attesa era spasmodica! La guerra, la fame, le bombe, i camerati, cosiddetti, tedeschi sempre fra i piedi nelle nostre strade, neri come tizzi, incazzati di brutto perché si erano sentiti traditi! Ed in effetti così era stato!

E poi finalmente… il bollettino venne! Era la sera dell’8 settembre, una sera come tante, calda, tranquilla, il profumo del mare! Perché abitavo ad Ostia, anzi al Lido di Roma! Così il Duce l’aveva ribattezzata! Anzi, non fu un vero e proprio bollettino! Non erano ancora le venti e stavo in strada, per l’esattezza in Piazza Anco Marzio, dove sostavamo e chiacchieravamo, gli amici di sempre! Era la radio di un bar, anzi di un caffè! Bar era un nome inglese ed era stato cancellato dal nostro vocabolario: ma forse i fascisti non sapevano che in effetti viene dal latino barra, il piano di servizio del termopolio, il bar dei Romani antichi. Ma io lo sapevo, con la licenza ginnasiale fresca fresca in tasca, e avviato agli studi classici!!!

A un certo momento si interrompono le trasmissioni e… un annuncio solenne! «Attenzione! Attenzione! Sua Eccellenza il Capo del governo e Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio rivolgerà un proclama alla nazione!» Era la voce di Arnoldo Foà, come seppi a guerra finita. Seguirono le parole di Badoglio, sì, proprio del Maresciallo Badoglio in persona, quindi la notizia doveva essere più che importante! Eravamo tutti sospesi! E poi lo snocciolarsi delle parole… secche… stentoree… scandite anche con una voce un po’ chioccia…. non era uno speaker: «Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza». FINALMENTEEE!!!

CHETTRIPUDIODIGGIOIAAA!!! Ma, ma, ma… nella mia, nella nostra ingenuità, chi altro, se non gli angloamericani avrebbe ancora potuto attaccarci? Manco la Sibilla Cumana sarebbe stata capace di tanto! Eventuali attacchi??? E da parte di chi? Manco il coraggio di metterci in guardia contro i tedeschi! Che di fatto erano i nuovi nemici! Così! Da un giorno all’altro! Ma un povero popolo rincretinito dopo vent’anni di dittatura, che cavolo doveva capire? Niente! Quindi solo gran festa! LA GUERAAAEFFFINIIIITAAA!!! Detto alla romana!!! Che dire? Difficilmente ho vissuto emozioni più intense, momenti più felici! In piazza c’erano anche dei soldati in libera uscita! Berretti e giberne venivano lanciate in aria insieme a grida di giubilo: «E’ finita! E’ finita! Tutti a casa! Tutti a casa! Finalmente! Era ora…» CHETTRIPUDIODIGGIOIAAA!!! Ci abbracciavamo tutti e tutti eravamo convinti che tutto fosse finito, veramente e per sempreee!!! «Da domani non più tessete annonarie», gridava una donna, malmessa ma ridente, una madre di famiglia, una delle tante… mi abbracciò e mi disse: «Figlio mio, figlio mio»! Anch’io la abbracciai! Ci abbracciavamo tutti. Ci baciavamo tutti! TUTTO era ormai finito!

FINITOOO… PER SEMPREEE… Invece, il TUTTO, il peggio del peggio, doveva ancora cominciare! Ma questa è un’altra storia…

Roma, 8 settembre 2021… 78 anni dopo…